Lo scrivo in anticipo: chiedo scusa al cioccolato!
alcuni studi scientifici hanno provato che le aziende produttrici di cioccolato hanno abbindolato i gentili contribuenti inserendo nel dolciume più conosciuto e consumato d’Italia alcune sostanze in grado di creare dipendenza, provocando alterazioni metaboliche e ormonali senza precedenti con rischi per la salute. VI RENDETE CONTO?? Per non parlare del diidrogeno di ossigeno: sostanza che assumiamo ogni giorno attraverso gli alimenti e non solo, in grado di scatenare reazioni imprevedibili nel genoma umano, innalzando in maniera incontrollata i radicali liberi.
ECCO. Qualcuno dei lettori (quelli tra voi che hanno una buona infarinatura chimica anche solo dalle superiori) starà già storcendo il naso, o si starà quantomeno chiedendo quali sostanze io abbia assunto per scrivere questo articolo.
Forse del cioccolato?
Invece no, l’ho scritto nel pieno delle mie facoltà mentali, ma confermo che si tratta di una marea di scemenze messe insieme: perché allora scriverle? Per dimostrare che accampare teorie complottiste piuttosto che difensive basandosi su dati reali, ma parziali, o totalmente di invenzione, è una questione di poche cose semplici: linguaggio accattivante, termini complessi (ma non troppi) e convinzione.
Se poi si riesce a cavalcare una voce di corridoio e la diffidenza ormai diffusa verso la produzione di massa e verso le aziende multimilionarie in generale, è un attimo rendere i propri deliri un fenomeno del web. Se questo articolo fosse stato scritto prendendo alcuni pezzi qui e lì estrapolati dalla rete e da alcune vere ricerche scientifiche, si sarebbe potuto tranquillamente alterare un certo messaggio per darne un altro, in funzione di ciò che più fa leva sulla nostra psiche ed emotività. Il diidrogeno di ossigeno è, molto banalmente, l’acqua. State tranquilli, continuate pure ad assumerla (anche perché è essenziale per la nostra sopravvivenza).
Se volete unirvi alla festa, ora sapete come si fa: si prende una ricerca che sembri confermare una data ipotesi (attenzione: per una buona riuscita di una teoria senza dubbi è importante tralasciare di controllarne affidabilità e veridicità), si mette in relazione ad altri risultati indipendentemente da quanto siano effettivamente contestualizzati. Et voilà: pronto e sfornato un articolo bomba su #quelchenonvoglionofarcisapere.
Qualche accortezza ancora, per evitare argomenti scottanti: parlare a favore dei farmaci e dei vaccini è altamente fuori moda, in questo periodo, dato che l’urlo al venduto, o quantomeno al credulone, è dietro l’angolo. A un sovversivo che si azzardi a nominare, oltre agli effetti negativi, anche gli effetti positivi della ricerca farmacologica sulla nostra aspettativa di vita è riservata la gogna pubblica, in quanto certo adepto delle mega lobby delle industrie farmaceutiche e colpevole non solo di ignoranza ma anche di corruzione.
Il vero peccato di internet è che una volta queste persone sarebbero state prese per quel che sono. Oggi invece trovano una bella platea come loro pronti ad accoglierli e a fomentarli.
Argomenti in, invece, sono i rimedi facili e la salute naturale. Buttatevi su quelli, fatevi dare un consiglio.
Vi spiego anche con qualche esempio come avviene la magia: poniamo che un determinato integratore sia un anti-infiammatorio provato grazie a ricerche che lo somministravano in associazione al paracetamolo. L’ovvia obiezione che si potrebbe fare è che per avere un risultato attendibile a riguardo andrebbe valutato il suo effetto senza l’assunzione contemporanea del farmaco anti-infiammatorio per eccellenza. Oppure, basta riportare la notizia eliminando il fatto che nel dato studio si sia utilizzata la tachipirina e, sfruttando ad arte gli accorgimenti di cui sopra, ecco che migliaia di persone (ahimè, alcune anche addetti ai lavori) inizieranno a decantare gli effetti miracolosi di quell’integratore. E se avete paura che venga in mente a qualcuno di questi di andare a leggere per intero la ricerca citata non preoccupatevi: raramente l’ho visto accadere.
Siete in una botte di ferro, voi come le industrie produttrici che effettivamente sfruttano queste astuzie. E allora adesso potrebbe sembrare che io sia d’accordo con l’idea generale che tutto ciò che è naturale sia giusto e tutto ciò che è prodotto da studi decennali e con il lavoro di molte persone specializzate nel campo sia progettato per sterminarci.
I produttori di cibi a base di seitan che utilizzano solo bioforni e non fanno mai uso di glutine o di latticini, non ce l’avranno un po’ di interesse anche loro nel farci adottare una dieta che ne richieda l’utilizzo?
Quale potrebbe essere dunque il compendio per chi da questi trucchi voglia mettersi al riparo?
Semplice. Verificare sempre ciò che si legge a partire dalle fonti. È l’unica strada corretta per un’informazione imparziale e davvero libera, tanto ovvia quanto poco praticata.
Dimenticavo: chiedo infinitamente scusa al cioccolato. E anche ai bioforni, per carità.
Nutrizionista Torino e nutrizionista Milano.