Dieta alcalina: verità o bufala?
Tra le pseudoscienze che spopolano nel mondo della nutrizione si sono affermate credenze in merito alle proprietà degli alimenti di riuscire ad alterare il pH del nostro organismo. Trattasi di un’invenzione di Robert Young, che oggi ha riscosso talmente successo da aver addirittura trovato appoggio in alcuni addetti ai lavori, i quali propongono ai loro clienti alimenti alcalinizzanti per riportare in piena salute l’organismo e, in alcuni casi, con la presunzione di curare malattie anche gravi (senza alcun fondamento scientifico).
Pensare di poter alterare a nostro piacimento il pH del corpo umano è, in verità, alquanto semplicistico.
L’acidità o basicità di diversi alimenti, infatti, può interagire con il pH corporeo, ma tale effetto viene controbilanciato da reazioni sistematiche che entrano in campo per proteggere l’organismo.
L’acido lattico prodotto durante un allenamento intenso, per esempio, si trasforma presto in lattato (liberando ioni H+, prontamente eliminati dai reni e dal respiro). A sua volta il lattato sarà riconvertito in glucosio nel fegato (nel ciclo di Cori) e utilizzato dal cuore e nel processo di neoglucogenesi.
Quando parliamo di dieta alcalinizzante non si contestualizza quale tipo di pH si vorrebbe alcalinizzare. Ma soprattutto non si elencano i rischi reali in cui si incorrerebbe nell’alterare il pH.
Se ci riferissimo alla possibilità di alterare il pH del nostro sangue, ad esempio, il pH sanguigno è 7,4. Un’alterazione di uno 0,1 in salita o discesa verrebbe immediatamente controbilanciato. La nostra respirazione, i nostri reni e tutti i restanti sistemi tampone disponibili cercheranno di riportare immediatamente il pH a valori di norma. Se ciò non avvenisse le funzioni vitali si comprometterebbero e la vita stessa dell’individuo sarebbe a rischio.
Il pH delle urine ha una media di 5-6 con valori che possono oscillare leggermente più in alto o più in basso a seconda di alcune patologie. Queste possono riguardare l’incapacità dei reni di controbilanciare ai residui di scarto cellulari. Riscontrare nelle urine un pH alcalino potrebbe essere sintomo di malnutrizione, infezione urinaria e acidosi (si, proprio acidosi) renale. Un’aumentata acidità invece potrebbe essere lo specchio di disidratazione, diabete e acidosi metabolica.
pH differenti sono necessari anche all’interno dell’intestino per assorbire in ambienti diversi le molteplici sostanze nutritive contenute negli alimenti. Il tratto gastrointestinale ha infatti un pH che passa dall’acido dello stomaco e del primo tratto dell’intestino (dove peraltro vivono organismi della flora batterica positivi come i Lattobacilli Acidofili) fino ad un pH alcalino dell’ultimo tratto dell’intestino crasso. Le differenze di pH permettono a ceppi diversi di batteri appartenenti alla flora batterica intestinale di proliferare correttamente in un ambiente chimico preciso.
Pensare che basti un alimento per alterare l’acidità globale del corpo presupporrebbe di considerare la presenza di pH anche molto diversi nell’apparato gastro-intestinale come uno scherzo della natura.
In verità l’unico scherzo della natura è quanto suggeriscono affermazioni poco attente e ragionate di pseudo-esperti (con o senza laurea) e oggi ammettere i propri errori è cosa assai rara: molto più facile negare sino all’ultimo invece che trovare un fondamento reale nei libri di biochimica.
È indubbio che il periodo storico che stiamo vivendo sia caratterizzato dalla diffusione ricorrente di teorie complottistiche e pseudo-scientifiche.
Queste a flussi alterni scatenano mode del web e social-manie. Non sorprende quindi che questa “pandemia del ph acido” abbia trovato così ampio pubblico.
Alcuni sostenitori, addirittura, citano studi fuori contesto come quelli per cui le cellule tumorali tendano a creare intorno a sé un pH acido per l’aumentato metabolismo glicolitico. Da questo nascerebbe la ragione di utilizzare alimenti alcalinizzanti per prevenire e curare i tumori. Lasciamo perdere l’insensatezza di tali affermazioni, ma una cosa è parlare di patologie già sviluppate e ben altra cosa è parlare di prevenzione.
Tralasciando il fatto che i tumori hanno un’insorgenza multifattoriale e pertanto poco riconducibile ad un’unica ragione, quando il danno si è già verificato non è possibile pensare di arginarlo con la sola azione del bicarbonato, come spesso si legge in alcuni portali. In tal senso le ricerche scientifiche si sono già espresse, non ritenendo questa sostanza un antitumorale efficace.
Anche escludere a priori gli alimenti acidi non è un buon ragionamento.
Come ben sappiamo i carboidrati sono indispensabili nella nostra alimentazione. Basti pensare che ogni giorno 150 g di glucosio sono utilizzati dal nostro cervello e circa 50 g vengono utilizzati dai nostri eritrociti (=globuli rossi). Ebbene, il metabolismo dei carboidrati produce acidi organici. Ma questo non significa che possiamo eliminarli dall’alimentazione, specie se vogliamo rimanere in buona salute. Questo semplice esempio dovrebbe bastare per mettere quantomeno in dubbio ciò che la dieta alcalina afferma.
Ricercare fonti scientifiche è l’unica strada valida (e in merito alla dieta alcalinizzante c’è ben poco di valido e sicuro!), analizzando anche chi ha scritto un certo studio (H-index può aiutare) o semplicemente su quale rivista è stato pubblicato.
Ora proviamo a vedere quali alimenti vengono citati quali alcalinizzanti. Tra questi troviamo:
Tra gli alimenti acidificanti, invece, abbiamo i prodotti animali principalmente, come carne e pesce.
Si è obbligati a parlare anche di sport, in quanto alcune discipline essendo di stampo anaerobico lattacido producono un certo quantitativo di acido lattico. Il nome già ci suggerisce che l’acido lattico porta ad un abbassamento del pH muscolare.
Questo dovrebbe preoccuparci?
Assolutamente no!
La ragione risiede in cosa fa l’acido lattico. Il suo ruolo infatti non si limita all’acidificazione della cellula muscolare, ma è un mediatore chimico di diversi processi che sono collegati alla stimolazione della massa muscolare. Come detto in molti articoli, più massa muscolare significa anche più dispendio energetico a riposo. In altre parole praticare sport non deve destare dubbi. Muoversi, svolgere attività con i pesi e di condizionamento muscolare è un requisito importante per mantenerci in salute.
Se pensiamo che i fautori della dieta alcalina vadano a prediligere alimenti come legumi, frutta, verdura e frutta oleosa, dobbiamo pensare che non tutto è da buttare di questa dieta, ma non ne prova la validità scientifica. Visto e calcolato che sempre più persone limitano l’assunzione di frutta e verdura, se questo è finalmente il pretesto giusto per consumare più alimenti vegetali, ben venga.
Questo dovrebbe essere però il cardine chiave di qualsiasi tipo di alimentazione. La priorità è consumare il corretto apporto giornaliero di frutta e verdura, unitamente ad un corretto apporti di macronutrienti in base all’attività fisica svolta settimanalmente.
L’idea di questa e di molte altre diete di limitare o eliminare i prodotti animali potrebbe rivelarsi poco saggia, se non fosse che oggi abbiamo la priorità di impattare il meno possibile su ambiente e attività che incidono sulla produzione di anidride carbonica. Così come bisogna controllare gli eccessi, anche l’esclusione di intere categorie alimentari rientra in un estremismo che può essere evitato, quantomeno per le sostanze che possiamo ritrovare in grandi quantità in alimenti precisi.
Negli alimenti di animali e di origine animale troviamo principalmente quelle sostanze che vengono assorbite ed assimilate in maniera maggiore rispetto a quanto se ne ritrova nel mondo vegetale e in alcuni casi non sono proprio presenti. Tra queste troviamo:
Dall’altra parte è comprensibile che le ragioni etiche di eliminare i prodotti animali ha senso. Oggi i supplementi, unitamente ai prodotti fortificati della prima colazione, ci vengono in aiuto per compensare ampiamente alla mancanza di sostanze di origine animale.
In conclusione la dieta alcalina non trova un gran senso d’essere, se non fosse per quelle raccomandazioni che in verità dovrebbero costituire il cardine di qualsiasi dieta di buonsenso, come una buona assunzione di prodotti di origine vegetale.