Il buon senso è uno dei più grandi caduti della nostra epoca. Nietzche aveva dichiarato la morte di Dio. Io mi limito a registrare questo altro lutto della società del ventunesimo secolo.
Parlo dello stesso buon senso che, tempo fa, ci ha fatto fidare della scienza, del fatto che la Terra sia tonda. Ci ha fatto seguire con passione i progressi tecnologici, sino a diventarne dipendenti.
Tuttavia oggi, questo principio guida è stato soppiantato dallo scetticismo. Uno spirito che si nutre in molti modi perversi: da chi si finge professionista montando un video su Youtube a chi si fregia di specifiche letture, mirate ad acchiappare la fascia degli intellettuali medi e a diffondere falsi miti non supportati da evidenze scientifiche.
Quando abbiamo perso quell’onestà nell’ammettere che non siamo esperti in tutti i campi? Forse, l’accensione degli schermi, prolungata negli anni, ha spento la nostra capacità di distinguere un professionista da un illusionista?
Di sicuro però, ci siamo trasformati nei più grandi sostenitori di noi stessi. Troppo innamorati della nostra immagine, per comprendere quanto siano ridicoli gli auto-elogi. O quanto siamo diventati superbi ed egocentrici per capire di aver esagerato.
Oggi, alcuni sono convinti che basti un incontro (e uno soltanto) da un nutrizionista o con un personal trainer, per gettarsi alle spalle interi arretrati di autostima e sentirsi un po’ più in pace con sé stessi. Prima, il buon senso si sarebbe attivato per allertare queste persone rispetto ai loro stessi sogni, irrealizzabili. Per questo preferisco la parola “obiettivo” a quella di sogno: questi ultimi, per definizione, esistono solo quando si è addormentati. Il mio buon senso invece, mi lascia ancorato a terra, in una realtà in cui i risultati sono frutto di fatica e determinazione e non di un semplice click.
Mi rivolgo a tutte le persone che richiedono una consulenza senza una successiva monitorizzazione, credendo che, in quel pagamento una tantum, risieda per intero la chiave di un cambiamento radicale. A conti fatti però, quell’unica sessione avrà come risultato soltanto un effetto palliativo: una soluzione per mettere a tacere temporaneamente la propria coscienza.
Ed ecco che cosa posso dire a riguardo: smettetela di pensare al personal trainer e a tutti i professionisti che si occupano del benessere fisico, come ad un genio della lampada. Non esistono addominali che istantaneamente compaiono a pagamento: il vostro corpo non è un abito nuovo che è possibile acquistare on-line per poi indossarlo il giorno dopo per strada.
Provate solo a pensare, a quanto tempo c’è voluto a raggiungere lo sviluppo completo dei vostri muscoli, della vostra struttura ossea: è successo tutto in un attimo? Oppure è stato un processo che è progredito nell’arco di anni?
Se il vostro buon senso è assopito da qualche parte, ora vi starà suggerendo debolmente la risposta: tutto ciò che riguarda il fisico, contiene dentro di sé, tempo e dedizione.
Editing a cura di Simonetta Spissu alias “Mezza-Penna“.