I fermenti lattici sono potenti alleati della nostra salute. Sempre più persone si affidano all’utilizzo di integratori alimentari per ogni genere di malessere. Al di fuori dell’inutilità di molti ausili nel 90% dei casi, alcuni di questi sono invece fondamentali. È proprio il caso dei fermenti lattici, chiamati anche nel gergo accademico probiotici.
È noto ormai come il buono stato intestinale sia cruciale per il benessere dell’intero organismo. Infatti l’intestino non è solo la sede per la digestione e l’assorbimento dei nutrienti, ma anche il luogo dove sono presenti, vivi e attivi, circa 1014 microorganismi, tra benefici e patogeni.
I fermenti lattici sono batteri che servono al mantenimento dell’equilibrio e della salute intestinale.
La dieta individuale, le nostre abitudini quotidiane e lo stress correlato ad esse, determinano la proliferazione di alcuni ceppi rispetto ad altri e ciò comporta uno squilibrio batterico, il quale spesso si trova all’origine di alcune patologie.
Questo termine, utilizzato per la prima volta nel 1965, per definizione indica quei “microrganismi vivi che, ingeriti in adeguate quantità, attraverso alimenti o integratori appositamente prodotti a livello industriale, sono in grado di esercitare funzioni benefiche per l’organismo” (World Health Organization).
Nel 2002, grazie alla Direttiva comunitaria 2002/46/CE si è potuto legalmente commercializzare prodotti a base di soli fermenti lattici.
I probiotici possono ricoprire due funzioni principali, quella preventiva e quella terapeutica. Per funzione preventiva s’intende tutto ciò che evita il manifestarsi di patologie. Al contrario per funzione terapeutica intendiamo tutto ciò che cura un determinato stato patologico. Quest’ultima funzione è quella maggiormente fraintesa. Infatti in caso di infezione è cruciale l’utilizzo di antibiotici che, unitamente ad una corretta somministrazione di fermenti lattici, permette un ritorno allo stato di salute.
Tra le attività preventive e terapeutiche rientrano:
Scegliere accuratamente una tipologia di probiotico rispetto ad un’altra risulta fondamentale per migliorare il nostro stato di salute. Infatti a seconda della patologia presa in esame, alcuni probiotici potrebbero dimostrarsi più efficaci di altri.
Tuttavia, è bene ricordare che, ancor prima di occuparsi dell’applicazione clinica dei fermenti lattici, occorrerà innanzitutto comprendere quali siano i parametri fondamentali per selezionare efficacemente una tipologia rispetto a un’altra. Il primo parametro da valutare è sicuramente legata al tempo di somministrazione del probiotico, elemento deciso dal medico a seconda della patologia da trattare.
In secondo luogo è indispensabile che la scelta ricada su quei prodotti che non contengano meno di un miliardo di cellule vive e attive per almeno uno dei ceppi presenti.
Basti tenere conto che, orientativamente, i prodotti contenenti un numero di ceppi batterici pari a 1-3 miliardi vengono classificati come di buona.
È necessario considerare infine che ciascun individuo può rispondere in maniera differente a uguali somministrazioni di un uguale prodotto. Pertanto non si può esser certi delle reazioni individuali scatenate dall’utilizzo dei fermenti lattici.
In conclusione, per quanto riguarda invece le possibili applicazioni cliniche, essi sono utili in quanto coadiuvanti per la cura di molteplici patologie. Infatti sono utilizzati in caso di coliti, infezioni (Helicobacter Pylori e Clostridium Difficile), sindrome del colon irritabile, gastroenteriti, allergie alimentari, candidosi vaginale e/o orale, diarrea e morbo di Crohn.