Curarsi naturalmente è al centro dell’interesse di molte persone che vedono nei rimedi naturali una soluzione più salutistica rispetto alla tradizionale assunzione di farmaci.
Affidarsi ai “rimedi della nonna” prima di rivolgersi a farmaci “veri e propri” è sempre stata un’usanza diffusa, ma solo da qualche tempo ha raggiunto una dimensione tale da assumere una struttura abbastanza organizzata da rendere reperibili prodotti curativi appositi.
Da diversi anni, infatti, discipline come l’omeopatia e la fitoterapia scatenano delle vere e proprie discussioni in rete per quanto concerne la loro validità in termini fisiopatologici e proponendosi come valida alternativa alla farmacologia propriamente detta.
È doveroso, tuttavia, chiarirne le sostanziali differenze.
L’OMEOPATIA nasce nel XIX secolo per opera del medico tedesco Samuel Hahnemann. È considerata una pratica pseudomedica e rientra in quelle che possiamo definire “pseudoscienze”. Prevede di utilizzare il principio attivo molto diluito per avviare i processi di guarigione senza scatenare effetti indesiderati o tossici. Non ci sono però studi di valenza scientifica che avvalorino queste ipotesi. Anzi:
nel 2009 l’Organizzazione Mondiale della Sanità si è pronunciata affermando che l’omeopatia non è in grado di curare le malattie
e nel 2015 la National Health and Medical Research Council australiana ha pubblicato una serie di studi concludendo che tale pratica non è efficace in nessuna delle tante malattie analizzate.
Nel 2002 è stato pubblicato un articolo scientifico sul BJCP e sembra aver confermato che tutte le prove a sostegno dell’omeopatia sono state eseguite con criteri poco affidabili a livello statistico e inoltre sembrerebbe che l’omeopatia non abbia una validità superiore di quanta oggi venga riposta sull’effetto placebo nei malati e già nel 1991 sul British Medical Journal è stata pubblicata una rassegna interessante che apre la strada ad ulteriori studi futuri affermando che non ci sarebbero prove che l’omeopatia sia una pratica efficace per curare determinate patologie.
In Italia arriviamo sempre in ritardo e ancora oggi moltissime persone si affidano a cure omeopatiche la cui validità è solo nella sensazione del paziente di stare meglio: anche dall’esperienza diretta è semplice rendersi conto della fallace efficacia dei trattamenti su patologie che vanno oltre il semplice raffreddore.
LA FITOTERAPIA, al contrario, è una pratica molto più vicina alla medicina tradizionale di quanto si possa pensare: si basa, in sostanza, sull’utilizzo di alcuni principi attivi presenti in alcune piante che hanno lo scopo di prevenire e trattare alcune patologie specifiche. La fitoterapia è alla base della moderna farmacologia e le preparazioni fitoterapiche sono ottenute dalla pianta o da parti di essa, in forma essiccata o fresca, per estrarre il principio utile per un determinato effetto. La fitoterapia si rifà alle pratiche antiche sviluppate nei secoli da druidi, erboristi e curatori di tutti i tempi prima che la chimica da laboratorio consentisse di sintetizzare farmaci di portata maggiore.
Gli esseri umani si sono curati per molti secoli con questi rimedi, ma come insegna la storia, non siamo stati in grado di sconfiggere malattie come il vaiolo o il colera prima dello sviluppo dei vaccini e della moderna medicina.
È importante dunque tenere a mente questo semplice insegnamento prima di affidarsi a rimedi di scarsa utilità per la cura di patologie di maggiore portata anche se vengono pubblicizzati come all’altezza.
Anche la convinzione che queste pratiche implichino necessariamente un minor rischio di controindicazioni è erronea: un principio attivo che mostra effetti benefici nelle dosi naturali presenti nella pianta può lasciar spazio a effetti collaterali quando in concentrazione eccessiva o in associazione con altre sostanze.
La rivista Hepatology nel 2016 ha mostrato come l’acquisto di prodotti erboristici può rivelarsi dannoso a livello epatico e una precedente review del 2013 aveva già fatto luce su questi aspetti.
La regolamentazione sui prodotti fitoterapici è ancora fumosa e purtroppo si dà spazio ad una moltitudine di prodotti che spesso sono controproducenti e possono in alcuni casi rivelarsi dannosi per la nostra salute.
Dipende: per curare un raffreddore o dolori passeggeri la fitoterapia può fornire una soluzione. Al contrario diffiderei dell’omeopatia: anche se la moda del momento ha reso questo termine più diffuso tra le persone e l’ha sostituito alla più antica arte medica, non presenta studi altrettanto favorevoli e spesso pubblicizza prodotti che sono poco più di acqua imbottigliata.
La Stampa, così come Il Fatto Quotidiano, recentemente hanno pubblicato articoli sull’inconsistenza di prove a carico dell’omeopatia. Chi volesse inoltre approfondire l’argomento su altre ricerche in merito (oltre a quelle citate in bibliografia) può consultare questa pagina.
IN OGNI CASO, prima di intraprendere percorsi consigliati da “pseudo-esperti”, richiedete il parere di un professionista del settore medico e scientifico. La grande pubblicità che si riversa nel mondo della rete (dove tutto è “scientifico”) spesso risulta essere solo una grandissima montatura e la veridicità di alcuni studi è professata solo da colui che vuole veicolare una certa idea al suo pubblico. Informatevi accuratamente e date peso alla fonte da cui proviene l’informazione: ne va della vostra salute.
BIBLIOGRAFIA – REFERENCES – APPROFONDIMENTI: