Diete lampo: un vero e proprio barbatrucco. Parlo di quelle diete che fanno perdere tanti chili in apparenza, ma nella sostanza hai perso solo un po’ di acqua e muscolo!
Sono molte le teorie su come ridistribuire le masse corporee: dalle classiche cinture vibranti per il dimagrimento sino agli integratori che promettono una forma fisica adeguata senza fare alcuna fatica.
E’ incredibile vedere come tante persone si affidino a rimedi temporanei, riponendo le proprie speranze nell’utilizzo di un prodotto applicabile, nella composizione e nella posologia, su qualsiasi soggetto.
Il movente che porta la maggior parte degli utenti a sperimentare sostanze e strumenti pubblicizzati come miracolosi è il miglioramento estetico, il senso di appagamento nel riscontrare un ritorno alla forma ideale e giovanile. Questa necessità spinge gli interessati a rivolgersi a dei professionisti del settore, i quali tuttavia non sempre possiedono una formazione scientifica solida e neppure delle competenze specifiche a cui far riferimento, ma basano le loro consulenze esclusivamente sulla propria prestanza fisica e sulle loro capacità di venditori e promotori di sé stessi.
È seguendo queste premesse che il cliente si trova immediatamente indirizzato verso diete lampo che prevedono integratori sportivi e la riduzione drastica di determinati alimenti (principali inquisiti sono quasi sempre quelli ricchi di carboidrati), in maniera tale che nell’arco di poco tempo si ottenga un netto calo di peso. In realtà, quello che spesso accade è che l’interessato, svolto un esame della composizione corporea preliminare e successiva alle sessioni sportive, scopra che ciò che ha perso non è il grasso di deposito ma il tessuto magro.
Questa illusione è la stessa che guida la maggior parte delle diete primaverili che hanno come obiettivo quello di ingannare l’utente facendo scendere rapidamente l’ago della bilancia.
L’effetto placebo farà il resto: il cliente si sentirà appagato, nonostante si tratti di un falso dimagrimento, perché potrà esibirsi in spiaggia senza però aver risolto e migliorato il suo problema. Questa scelta dietetica porta inoltre ad un effetto collaterale, il cosiddetto rebound effect o effetto rimbalzo. Il cliente infatti, esattamente così come ha perso tanto rapidamente quei chili di troppo, altrettanto velocemente li riacquisterà.
In individui sani, non affetti da particolari patologie, la riduzione graduale delle chilocalorie è la strategia migliore. Potremo così evitare il drastico effetto yo-yo delle diete “on-off”.
In altri termini, sarà l’esercizio fisico a dare una direzione all’intake quotidiano, cioè se darsi come obiettivo la riduzione della massa adiposa, o invece il rapido calo di peso (che sarebbe però solo indicativo di una perdita di liquidi e di tessuto magro).
In conclusione la migliore arma di difesa rimane quella di diffidare delle soluzioni che promettono grandi risultati in pochissimo tempo. Le scorciatoie non sono producenti, in quanto non portano a risultati effettivi. È necessario tener presente che la strada verso la ricomposizione corporea è un processo graduale, dettato dai tempi fisiologici necessari al corpo per “settarsi” in maniera differente. Solo un allenamento e una dieta ben strutturati garantiscono conquiste soddisfacenti.
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