La vitamina D, scoperta nel 1919, è una vitamina liposolubile, prodotta a livello endogeno dalla cute e assunta anche attraverso l’alimentazione.
Nella cute troviamo una particolare forma della vitamina D chiamata 7-deidrocolesterolo che, per effetto della luce, si trasforma in pre-vitamina D3. La pre-vitamina D3 viene trasformata dalla nostra temperatura corporea in vitamina D3, circa 50-100 volte più attiva rispetto alla vitamina D2, di origine vegetale.
La vitamina D può entrare in circolazione solo se unita alla proteina che agisce da legante per la vitamina D (DBP, D binding protein) ed essa viene poi rilasciata nel fegato che la trasforma, grazie all’enzima 25-idrossilasi, in idrossi-vitamina D3 (25-idrossicolecalciferolo o calcidiolo). Quest’ultima viene poi trasportata al rene e ulteriormente modificata dalla α1-idrossilasi in diidrossivitamina D3 (1,25-diidrossicolecalciferolo o calcitriolo). Sotto questo aspetto essa risulta biologicamente attiva, ovvero assume una valenza ormonale. L’ipofosfatemia e l’ipocalcemia (con produzione di PTH) regolano l’azione dell’enzima α1-idrossilasi renale. Circa l’80% della vitamina D può essere prodotta a livello endogeno mentre la quota rimanente deve essere assunta attraverso gli alimenti, quali pesce, latte, uova, vegetali, cereali e fegato. Proprio per la sua liposolubilità, questa vitamina viene assorbita in modo congeniale a livello intestinale se assumiamo nello stesso pasto dei lipidi.
Le funzioni della vitamina D sono molteplici e riguardano:
Il fabbisogno di vitamina D giornaliero è di circa 15 μg/dì.
Come tutte le vitamine liposolubili, l’eccesso di questa vitamina può dare il via a fenomeni di tossicità.
A tal riguardo, dosaggi superiori ai 500 μg/dì possono aumentare la sedimentazione di calcio a livello degli organi, causare emicrania, vomito, diarrea e dolori articolari.
Prima di adottare un supplemento di tale vitamina è consigliabile eseguire un dosaggio della vitamina D sierica e di rivolgersi ad un nutrizionista o ad un medico dietologo, per individualizzare il dosaggio di questa vitamina, scegliendo il prodotto maggiormente idoneo alle proprie esigenze.
La carenza di questa vitamina porta al rachitismo, una patologia caratterizzata da difetti nell’ossificazione e con presenza di deformazioni ossee.
BIBLIOGRAFIA – REFERENCES: