In questo articolo vedremo come le spezie e le erbe possano influenzare il metabolismo di alcuni farmaci. Per ragioni di semplicità si troveranno in ordine alfabetico il nome delle erbe.
Il mondo delle interazioni tra composti fitoterapici e farmaci mi ha sempre affascinato. Conoscere quali effetti possono avere erbe e piante sull’effetto di un farmaco penso sia un ambito che bisognerebbe approfondire, visti i sempre più diffusi “esperti” presenti nel mercato senza competenze reali e specifiche. Troppo spesso si consigliano prodotti senza conoscerne gli effetti e le loro reali interazioni. Questa breve e sintetica guida ha l’obiettivo di fare un po’ più di chiarezza e permettere all’utente di diffidare dei consigli generalisti che spesso possono portare ad effetti collaterali anche seri.
Il nome di Aloe fa riferimento principalmente a tre piante diverse: l’Aloe vera, o Aloe delle Barbados, l’Aloe ferox Miller, o Aloe del Capo, e l’Aloe arborescens.
Dobbiamo ricordare che si possono trovare prodotti di Aloe in gel o in succo concentrato, dagli effetti diversi.
Il gel potenzia gli effetti degli antidiabetici orali e degli anti-infiammatori quali l’idrocortisone acetato, utilizzato per via topica.
Il succo condensato possiede gli antrachinoni, molecole dall’attività lassativa che permettono una maggior secrezione di acqua a livello del lume intestinale.
Gli estratti sono comunemente utilizzati per contusioni, ematomi e distorsioni. Fortemente sconsigliato l’uso orale, in quanto pochi sono i dati relativi alla sua affidabilità, al contrario degli effetti collaterali che sembrano essere molteplici. Da gastriti a mal di testa, fino a palpitazioni, reazioni allergiche, nausea, vomito, enterocoliti, vertigini e ipotensione.
Il consiglio è di rivolgersi ad un esperto abilitato del settore e, nel caso di utilizzo, consigliato l’utilizzo topico (dopo attenta anamnesi, per quanto si consiglino altri anti-infiammatori, più efficaci e sicuri).
L’olio essenziale di camomilla è dotato di proprietà antimicrobiche. Attenzione però all’ipersensibilità che possono scatenare i principi attivi. La gastrolesività dei FANS e in particolare dell’indometacina può essere attenuata dalla camomilla, così come le lesioni da alcool. Questo non significa che sia un’erba miracolosa, ma semplicemente esercita un’azione lenitiva che può aiutare.
Viene confusa impropriamente con la classica camomilla, pur mostrando diverse differenze. Gli infusi vengono assunti in caso di gastriti croniche, ma in tal senso meglio rivolgersi alla medicina e a farmaci che possono agire in maniera più incisiva per tali disturbi. Rivolgetevi sempre ad un medico specializzato e non improvvisate.
Il carbone vegetale viene ottenuto dalla carbonificazione di quattro alberi: betulla, pino, pioppo e salice.
Viene utilizzato in caso di meteorismo e diarrea. Le sue molecole e la sua struttura intrappolano l’aria presente a livello gastrico e intestinale. In alcuni testi si evidenzia il blando effetto disinfettante del carbone vegetale e la sua utilità anche in caso di ulcere. Ricordo che l’effetto di tutte questi prodotti non è curativo, ma palliativo e di aiuto ad una terapia farmacologica di un medico.
Il suo effetto assorbente può portare ad interagire con molti farmaci, riducendone l’assorbimento.
Il cardo mariano è conosciuto per il suo effetto epatoprotettivo. Nei semi sono presenti delle sostanze definite flavolignani che formano la silimarina, costituita da silidianina, silibina e silicristina. È la silimarina la principale responsabile delle interazioni farmacologiche. Essa infatti altera il metabolismo della comune aspirina e induce una minor tossicità dei chemioterapici.
Si decantano gli effetti “miracolosi” della centella, di cui la maggior parte non sono confermati dalla scienza ufficiale. Ricordiamo che la centella è in grado di interagire con benzodiazepine e psicofarmaci, accentuandone gli effetti. Nel caso di utilizzo di farmaci ipoglicemizzanti, l’asiaticoside ha mostrato effetti iperglicemizzanti.
Viene utilizzata per disturbi mestruali e in menopausa, in quanto fonte di fitoestrogeni. Può causare emicrania, vertigini, diarrea e nausea. Attenzione ad assumere la cimicifuga durante terapie ormonali, in quanto può amplificare o abbassare gli effetti dei farmaci.
È un antispastico e riduce il meteorismo. Viene utilizzato in gastronomia, ma non ci sono dati scientifici sufficienti per consigliarne un uso specifico.
Utilizzata per le sue proprietà disinfiammatorie sebbene possa accentuare, ad alti dosaggi, la sintomatologia da ulcera peptica, aggravandone il quadro. La maggior parte di queste spezie mostrano effetti avversi opposti alle proprietà manifestate con dosaggi contenuti.
Troviamo tre tipologie di echinacea: angustifolia, purpurea e pallida. Senza scendere in dettagli prolissi, l’echinacea interferisce con l’econazolo, un antimicotico vaginale, potenziandone gli effetti.
L’efedra viene utilizzata per le sue proprietà anoressizzanti e dimagranti. Aumenta il rendimento fisico e nel mondo dello sport è considerata doping. Come tutte le sostanze stimolanti, è munita di moltissimi effetti collaterali, tra cui:
Dato il suo effetto sulla pressione arteriosa può ridurre gli effetti dei farmaci ipotensivi.
L’eleuterococco è una pianta utilizzata per le sue proprietà stimolanti nei confronti della massa muscolare e nell’inibizione del senso di affaticamento. È stata impiegata nelle Olimpiadi del secolo scorso da diversi atleti dell’Est Europa per incrementare la performance atletica. Nonostante il suo largo utilizzo nello sport, ancora oggi, bisogna evidenziare altre proprietà. L’eleuterococco è infatti un immunostimolante e può tornare utile in caso di terapie tumorali e malattie infettive (in questi casi il suo utilizzo DEVE essere consigliato da un medico!).
Tra le possibili controindicazioni troviamo l’insonnia e l’ipertensione arteriosa.
Ricordo inoltre che questa pianta aumenta l’effetto degli antibiotici e dei barbiturici.
Le sue interazioni farmacologiche sono molteplici. Nella maggioranza dei casi amplifica gli effetti dei farmaci, dai barbiturici agli ipoglicemizzanti orali.
Utilizzato per stimolare la lattazione e combattere la parassitosi intestinale, in verità oggi è conosciuto in qualità di ricostituente. È un ipolipemizzante e un ipoglicemizzante.
Pochi effetti positivi decantati e ad oggi alcuni studi hanno messo in luce la possibilità di stimolare la fibrosi epatica. Viene utilizzata come antiossidante e inibitore della produzione di colesterolo (studi contrastanti).
È utilizzata per l’inibizione del Platelet Activating Factor o PAF, il fattore di attivazione delle piastrine e per tale ragione può interagire con i farmaci trombolitici, potenziandone l’effetto con rischio di emorragie. Gli acidi gingkolici possono provocare reazioni allergiche. La pianta è soprattutto utilizzata per risolvere le turbe vascolari di circolazione periferica.
Il termine di ginseng può riguardare diverse piante: il gingeng quinquefolia e il panax ginseng. In generale è una pianta adattogena, cioè a bassi dosaggi esercita un’azione anti-stress. Viene utilizzata però principalmente per il suo effetto eccitante e non è raro trovare del ginseng negli integratori alimentari indirizzati agli sportivi. Al contrario del panax ginseng, di cui si sconsigliano dosaggi superiori ai 200 mg al giorno, diverse ricerche sono arrivati anche ad utilizzare posologie di 1000 mg nel caso del ginseng quinquefolia. La pianta interagisce con gli ipoglicemizzanti, amplificandone gli effetti. Attenzione pertanto a consigliare ginseng a pazienti diabetici e soprattutto è necessario prestare attenzione a persone ipertese. Alla stessa stregua della caffeina (utilizzata ad alti dosaggi), anche il ginseng può aggravare gli stati ipertensivi e causare cefalea e nausea.
Inoltre è necessario prestare attenzione a coloro che fanno uso di farmaci anti-coagulanti, per evitare che l’effetto del farmaco venga ulteriormente accentuato.
Originario dell’India e del Pakistan, il guggul si è dimostrato efficace quale ipolipemizzante e antiaggregante.
Famoso per il suo effetto antidepressivo.
Utilizzato quale anti-infiammatorio e per i disturbi di insufficienza venosa periferica.
È utilizzata come ansiolitico e miorilassante. Le sue proprietà amplificano gli effetti dei barbiturici e inibiscono gli effetti dei farmaci per il trattamento del Parkinson.
Ha un’azione citoprotettiva e cicatrizzante. Utilizzata per aumentare l’efficacia dei trattamenti contro le ulcere. In questo caso è necessario rivolgersi ad un medico prima di un suo utilizzo per evitare effetti indesiderati, quali ipopotassemia, ipertensione arteriosa e un’azione sodio-ritentiva. Agisce come regolatore della pressione arteriosa e può tornare utile in caso di ipotensione.
Utilizzata come afrodisiaco, è una pianta utilizzata per trattare la disfunzione erettile e stimolare il desiderio sessuale.
Viene utilizzata come aromatizzante, ma ad alti dosaggi esercita un’azione psicotropa arrivando a incentivare gravi disturbi psichici. Elevati dosaggi (5 grammi) sono abortivi. Non ci sono dati scientifici sulla sua sotto forma di olio essenziale e pertanto una sua pratica va abbandonata.
Utilizzato in qualità di antibatterico e antimicotico. Bisogna prestare attenzione a non assumerne alti dosaggi, in quanto può incentivare gastriti e dermatiti.
Utilizzata in gastronomia, si è dimostrato aumentare l’efficacia della fenitoina, un anti-epilettico. Purtroppo il fatto che interagisca con diverse molecole non ne giustifica un suo utilizzo senza diretto consiglio medico. Le controindicazioni si estendono dalle gastriti alle ulcere peptiche ed è pertanto consigliabile assumerlo saltuariamente.
Il suo utilizzo si è esteso anche al mondo del bodybuilding, con la convinzione che possa migliorare il processo di dimagrimento. Il fatto che interagisca con la teofillina lo rende un buon vasodilatante. È da ricordare che si va incontro ad assuefazione da capsaicina, il suo principio attivo. Pertanto risulta indispensabile consumarlo saltuariamente. Inoltre è necessario ricordare le sue interazioni farmacologiche che sono:
Il prezzemolo aumenta la contrattilità della vescica e dell’intestino. È una pianta che può provocare ad alti dosaggi danni epatici e renali.
È una pianta utilizzata in gastronomia. Può avere effetti negativi sul sistema nervoso centrale ad alti dosaggi.
Spezia utilizzata a livello gastronomico. Può potenziare gli effetti degli anti-coagulanti orali.
Pianta inibitrice della 5α-reduttasi, un enzima responsabile della conversione del testosterone in DHT. Utilizzata nel caso di ipertrofia prostatica benigna.
Riduce gli effetti della cimetidina, un antistaminico, e riduce i depositi di vitamina B12 e vitamina C, agevolandone l’eliminazione. Attenzione all’associazione del tabacco con l’utilizzo di contraccettivi orali. Infatti possono aumentare il rischio di infarto del miocardio in donne.
Il tarassaco stimola la secrezione di acido cloridrico dalle pareti dello stomaco ed esercita un’azione lassativa. Inoltre ha un’azione diuretica e biliare. L’associazione di FANS o alcolici possono portare ad irritazione della mucosa gastrica.
Utilizzato per le proprietà sedative. A dosi elevate può portare a cardiopatìe.
Il timo è impiegato come sedativo per la tosse e per il miglioramento delle funzioni digestive.
Usato nello sport come anabolizzante, insieme al fieno greco. Il principio attivo del t., la protodioscina, stimola la produzione di DHEA dalle ghiandole corticosurrenaliche.
Usata come disinfettante delle vie urinarie. Non è raro che a pazienti affetti da cistiti ricorrenti venga consigliato un probiotico specifico con uva ursina al suo interno. Il suo effetto può essere ridotto da una contemporanea assunzione di vitamina C.
Munita di effetti sedativi, la valeriana può aumentare l’effetto dei barbiturici e interagire con gli alcolici.
Utilizzato come dimagrante, in realtà ha un potente effetto psicotropo. Può indurre schizofrenia, ipertensione arteriosa e cardiopatia ischemica.
Alla stessa stregua della curcuma, anche lo z. utilizzato in ambito gastronomico possiede diversi effetti indesiderati. La dose massima raccomandata a livello giornaliero è di circa 1 grammo. A 10 grammi l’effetto è abortivo ed emorragico. A 20 grammi è fissata la dose letale.
Usato come anti-infiammatorio, in verità ha anche un effetto antistaminico. Può potenziare gli effetti dei FANS e degli anticoagulanti.
Per quanto ci siano moltissimi libri che trattano la fitoterapia, la maggior parte di questi si rifà alla medicina naturale. Come spesso accade quando si parla di medicina complementare, non ci si ricollega agli studi scientifici eseguiti su queste piante e ai loro effetti provati (spesso pochi e contraddittori). Il consiglio è di rivolgersi ad una figura sanitaria ogni volta ci venga in mente di utilizzare rimedi naturali per curare patologie che invece richiedono l’utilizzo farmacologico e l’ausilio di un medico specializzato.
Sempre di più oggi dagli health coach ai naturopati si vuole far passare l’idea che queste arti siano paragonabili alla medicina odierna e addirittura possano sostituirla. Invito a diffidare fortemente da personale non qualificato che alimenta disinformazione su un tema delicato quale è la salute umana. La scienza, pur con molte limitazioni, ha messo in luce come la maggior parte dei composti fitoterapici esercitino soprattutto effetti avversi, ancor più degli effetti positivi ricercati dai fruitori e tanto decantati da personale poco qualificato in merito.
Affidatevi sempre ad un medico o a personale sanitario abilitato nel potervi fornire consigli sull’utilizzo di prodotti fitoterapici.
Il presente articolo è divulgativo e non pretende in alcun modo sostituirsi ad una consulenza diretta eseguita da personale sanitario abilitato.