L’allarmismo alimentare nei confronti dei prodotti animali mi ha dato la voglia, già ai tempi dell’Università, di capire cosa ci fosse di vero dietro tutta questa campagna denigratoria.
Soprattutto mi sono domandato se fosse vero quanto detto da alcuni volti televisivi in merito alla tossicità della carne.
Oggi, alla domanda: “la carne fa male?” la risposta è “dipende da quale tipologia di carne”, ma se mangiata con moderazione possiamo tranquillamente avere una dieta onnivora bilanciata. È importante ricordare come esistono diete onnivore bilanciate e diete onnivore sbilanciate, così come possono esserci diete vegane bilanciate e diete vegane sbilanciate.
Ma procediamo con ordine.
La World Health Organization ha messo in guardia in merito ai rischi relativi ad un eccessivo consumo di carne rossa e carne processata (insaccati, hot dog) e NON di carne in generale.
Una serie di studi epidemiologici ha messo in evidenza una maggior probabilità di incorrere in patologie a carico del colon-retto per le persone che consumano alti quantitativi di carne rossa.
Attenzione. Il problema nato con la carne NON è per le proteine, come dicono alcuni, ma per alcune sostanze in essa contenute: dall’alto quantitativo di sodio alla presenza di acidi grassi saturi.
Inoltre ciò che fa male NON è la carne in sé, ma il tipo di lavorazione e la cottura adottata che possono portare alla formazione di sostanze tossiche, quali le ammine eterocicliche.
Se analizzassimo meglio i diversi studi si citano i danni dell’eccesso di consumo. Pertanto le patologie correlate ad un eccessivo consumo di insaccati e carni rosse, quali diabete, ipertensione e cancro del colon-retto, non devono allarmare i lettori. Se consumate carne rossa una volta a settimana per un dosaggio moderato di 120-150 grammi non sarà così grave, specie se la vostra variabilità alimentare è elevata (con ottimi apporti di frutta e verdura).
Se dovessimo valutare il rischio carcinogenico della carne rossa risulterebbe che è molto più pericoloso in tal senso il fumo, come giustamente evidenziato in un articolo dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.
Riport quanto segnalato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in merito al consumo di carne rossa:
An analysis of data from 10 studies estimated that every 50 gram portion of processed meat eaten daily increases the risk of colorectal cancer by about 18%. The cancer risk related to the consumption of red meat is more difficult to estimate because the evidence that red meat causes cancer is not as strong.
Per chi legge i numeri di fretta e furia potrebbe allarmarsi nel vedere un aumento del 18% del rischio di cancro al colon retto. Questo è il rischio relativo basato su un rischio assoluto di morte di circa un 5,6% a causa di un cancro all’intestino. Significa che aumentare il rischio del 18% sul famoso 5,6% ci porta ad avere un rischio del 6,6%. In questo caso non parliamo di aumento del rischio per tutte le carni, ma solo per le carni rosse e trasformate.
Domanda che mi è stata posta pochi giorni fa. Non ci sono dati consistenti tra individui che affrontano stili di vita completamente differenti. L’esclusione di un’intera categoria alimentare può nascondere altre insidie, per mancanza di altri importanti nutrienti e predisporre a patologie differenti.
Sconsiglio vivamente di iniziare ad affrontare la questione escludendo completamente delle macro-categorie alimentari. Piuttosto è corretto essere informati dei rischi per un eccesso di consumo e adeguarsi di conseguenza.
La filosofia che consiglio è sempre la stessa: mangiare di tutto con moderazione, nel rispetto delle linee guida per una sana alimentazione.
La carne bianca è differente. Non ci sono allarmi in merito a queste tipologie di carni. La notizia travisata da molti lettori è stata in relazione al consumo di carne rossa. Mi rendo conto che moltissimi presi dall’ansia abbiano pensato maldestramente che fossero inquisite tutte le tipologie di carni.
Francamente l’accanimento di questi presunti “esperti” lo trovo pressoché immotivato. Quando ci saranno dati concreti su tutta la carne allora sarò il primo a prenderne atto, ma ragionare per slogan lo trovo insensato.
La dieta va analizzata nella sua globalità non si basa sull’analisi di singole sostanze, ma sulla molteplicità di alimenti assunti nel corso delle settimane. Per questo andrebbe indagato lo stile di vita del soggetto, se sedentario o sportivo e altri fattori quali stress, monotonia alimentare, consumo di bevande alcoliche e molto altro.
Concludo arrivando a dire che l’opinione degli esperti non conta alcunché scientificamente. Nella piramide dell’evidenza scientifica chiedere un’opinione ha un peso irrisorio, se non affiancato da dati solidi. Mi stupisce leggere di libri di “esperti” che vendono milioni di copie infondendo allarmismo e non la moderazione necessaria nell’affrontare le diverse questioni che affliggono il mondo della nutrizione.
La filosofia di vita da portare con noi è: moderazione.
Ritiriamo questo bollino rosso dalla carne in generale e, ogni tanto e con moderazione, concediamoci anche una buona bistecca.
Buon appetito.
World Health Organization – leggi l’articolo integrale