Primi caldi e vestiti leggeri: scatta l’allerta, si corre ai ripari con diete dell’ultimo minuto.
Unica missione: perdere peso velocemente.
Questo è tanto facile nutrendosi di aria per qualche giorno ma è altrettanto semplice riprendere peso (con tanto di interessi) non appena si interrompe il digiuno.
Risultati duraturi non sono ottenibili con soluzioni temporanee. Con gli anni poi, anche questo approccio risulterà sempre meno efficace, portandosi dietro gli strascichi degli abusi alimentari compiuti nel tempo: si pensi alle smagliature, al grasso ostinato che rimarrà in quelle zone che tanto ci danno pena allo specchio.
Chi si rivolge ad un nutrizionista sportivo deve sapere che il percorso non può essere rivolto a soluzioni di breve termine, perché è necessario pianificare percorsi razionali che accompagnino la persona verso uno stato di forma duraturo.
Come mai con il tempo i rimedi dell’ultimo minuto funzionano sempre meno?
Colpa del Fat Point: il grasso che si è consolidato nel tempo e con cui il fisico ha instaurato un rapporto di abitudine. Per i più restii, basti pensare a ciò che avviene con l’avanzare dell’età: a causa dei cambiamenti ormonali, fisiologici e del grasso accumulato negli anni, sarà sempre più difficile togliere dalle zone ostinate quel “chilo di troppo”.
Il regime chilocalorico è ciò che incide maggiormente, ma non è l’unico elemento: conta anche cosa si assume. Ad esempio:
Questi quattro punti appena discussi fanno pensare come due diete dallo stesso profilo chilocalorico possano avere due risultati differenti.
Ma torniamo un attimo al nostro Fat Point.
Spostarlo dipende essenzialmente dalle scelte alimentari e chilocaloriche. Ma non solo. Il terzo fattore è il tempo.
Vi starete domandando cosa significhi.
È fisiologico che serva del tempo per variare il nostro Fat Point. Se per anni non abbiamo curato l’alimentazione, il tempo necessario per cambiare la nostra shape si dilaterà.
Non basterà inoltre raggiungere il peso desiderato.
Avremo come ulteriore problema il mantenimento del peso raggiunto, affinché il fat point possa stabilizzarsi. Nei centri dietologici si parla di almeno 12 settimane una volta che il peso è stato raggiunto.
E qui introduco una considerazione più personale ed esperienziale: i pazienti che vengono seguiti da dietologi e nutrizionisti, nell’arco di poco tempo ritornano a come erano prima del trattamento. Questo dipende dal paziente che in quanto tale si pone come fine il raggiungimento del peso. Invece il vero traguardo è iniziare a riconsiderare le proprie abitudini.
Il problema non sussiste se per tre pasti la settimana su ventuno principali, non prestiamo attenzione a ciò che mangiamo: il problema è se tale valore inizia ad alzarsi.
In altre parole il vero cambiamento lo si ha da un cambiamento delle nostre scelte alimentari: non parlo di un menù di insalata e aria per il resto della vita; parlo di un’educazione alimentare bilanciata. L’introduzione di alimenti animali e vegetali (purtroppo in questo gli sportivi non sono bilanciati), alcuni dei quali citati in questo stesso articolo.
3 parole che ricadono sotto l’acronico PCD:
Pazienza
Costanza
Determinazione
La pazienza necessaria per far sì che si possa avere un cambiamento duraturo nel tempo, non soffermandosi su risultati labili, la costanza di seguire un corretto piano nutrizionale e un certo numero di ore di allenamento settimanali e la determinazione di proseguire anche quando i risultati tardano ad arrivare (è più che naturale che non si possano avere progressi continui).
Ora qualche strumento ce lo avete: sta a voi decidere cosa fare.