Integrazione Alimentare: perché parlarne?
Ho pensato attentamente se scrivere o meno un articolo del genere, perché so che parlare di alcuni temi può diventare difficile. In primis perché ci sono molte informazioni e disinformazioni circolanti. In secondo luogo parlare di integrazione alimentare richiederebbe un manuale per evitare interpretazioni errate da parole scritte frettolosamente.
L’integrazione alimentare è la branca della nutrizione che prevede l’assunzione di supplementi con il fine di garantire un corretto apporto energetico e nutrizionale. L’obiettivo è la cura e la prevenzione di eventuali carenze dettate da una dieta scorretta o patologie conclamate.
Il termine di “integratore” identifica la necessità di integrare ad una carenza.
Il termine più corretto da utilizzare in questo caso è “supplementatore”. Noi di fatto aggiungiamo sostanze già ad una dieta non equilibrata per correggere alcuni errori alimentari.
Probabilmente questo genere di uso e abuso di integratori alimentari li trovo abbastanza privi di senso logico. Il grande lavoro da fare a monte risiede in una più attenta consapevolezza di ciò che mangiamo, quanto ne assumiamo e quanto possiamo variare gli alimenti durante la nostra settimana.
Invece si corregge un eccesso con un altro eccesso. Alcuni medici e nutrizionisti considerano fondamentale l’integrazione alimentare nei nostri tempi, altri del tutto superflua per non dire dannosa.
Francamente andrei con i piedi di piombo ad essere così estremista, sia da un lato sia dall’altro.
Infatti sarebbe più consono richiedere degli esami del sangue completi di dosaggi vitaminici. Questi ultimi spesso non vengono neppure prescritti perché considerati inutili da molti medici.
La risposta alla domanda sopra scritta è: possono presentarsi tutte le risposte.
L’integratore è UTILE se opportunamente dosato sulle necessità in caso di carenze, malnutrizione da eccesso o da deficit calorico e in caso di soggetti sportivi e donne in gravidanza.
L’integratore è INUTILE se consigliato a qualunque persona con l’idea che tanto non farà male. Al contrario, proprio in chi ha questa credenza, si rischia proprio che l’integratore diventi addirittura DANNOSO (chiaramente è raro!) per la salute.
Spesso e volentieri gli integratori sono utili. Non per detossificare o alcalinizzare (in questi casi chiudete l’articolo ed evitate di proseguire), quanto piuttosto per correggere eventuali disordini della nostra vita dettati da una dieta poco bilanciata.
Devo dire che mi lascia sempre perplesso pensare che si corregga ad una dieta sbilanciata a colpi di barrette e shaker invece di agire su una buona educazione alimentare. Però la verità è che spesso l’integratore può tornare utile anche in questi casi.
Si è visto che integratori quali la creatina, le proteine, le maltodestrine e diversi supplementatori amminoacidici possono tornare estremamente utili per coloro che eseguono attività stressanti in palestra o lavori usuranti.
La creatina addirittura è stato considerato un integratore sicuro e utile anche in qualità di anti-depressivo.
Oggi ci sono diversi studi che provano l’inutilità della maggior parte degli integratori multivitaminici, eccezion fatta per tutte quelle persone che mostrano carenze provate da esami del sangue specifici.
Negli Stati Uniti quasi il 50% delle donne e uomini che hanno superato i 50 anni di età usano multivitaminici. Già negli anni ’90 del secolo scorso si scoprì con particolare sorpresa l’inutilità dei supplementatori di Beta-carotene (vitamina A) e alfa-tocoferolo (vitamina E) (Kamangar, Emadi 2012).
Nonostante ci siano diversi studi contrastanti riguardo i supplementatori multivitaminici, oggi si è abbastanza certi della loro poco utilità, se non relegata a pochi casi e ambiti specifici (esempio i maratoneti, i trail runners o soggetti in dieta chetogenica o fortemente ipocalorica).
In verità tutti e nessuno! Vediamo alcuni casi in cui un determinato integratore potrebbe mettere a repentaglio la salute e dare alcuni effetti collaterali.
Alcuni anni fa si ipotizzò la totale innocuità delle vitamine idrosolubili in quanto facilmente eliminabili con le urine e con un’aumentata diuresi in caso di eccesso.
In verità oggi sappiamo che anche l’eccesso di vitamina idrosolubili può comportare alcuni effetti collaterali.
A partire dalla vitamina C, utilizzata quale antiossidante, in eccesso può mostrare un comportamento opposto a quello desiderato: da molecola antiossidante a molecola pro-ossidante.
Anche la vitamina B6, assunta in minime quantità attraverso gli integratori può mostrare però effetti avversi per il sistema nervoso centrale: dalla comparsa di parestesie (formicolìi diffusi agli arti) fino al danni neurologici che possono far perdere il controllo dei propri movimenti.
Se da un lato l’integrazione alimentare rappresenta un’arma per correggere disordini alimentari e problematiche da carenza, non dimentichiamo però i suoi effetti contraddittori sulla salute.
Utilizziamo supplementatori se ne abbiamo una reale necessità e prima di intraprendere periodi prolungati di integrazione, rivolgiamo ad un esperto abilitato del settore.
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