Ma sei ingrassata/o?
Quante volte è capitato di assistere a scene agghiaccianti in cui le domande erano davvvero fuoriluogo? E magari queste domande sono poste da amici o conoscenti e, in alcuni casi, da perfetti sconosciuti. A volte si ridicolizza o si allude all’inadeguatezza di una persona anche semplicemente da un commento, da una frase apparentemente innocente, ma che in realtà diventa una vera e propria forma di bullismo. Basti pensare ai commenti che ricevono persone pubbliche quando postano le loro foto sui canali social. Nonostante si discuta tanto del body shaming su persone pubbliche, questo fenomeno interessa tutti ed è estremamente diffuso (purtroppo) in ambienti dove tali comportamenti sono decisamente inopportuni, come per esempio le palestre.
Il body shaming assume forme diverse e spesso inaspettate.
A volte si ridicolizza un eccesso di peso, altre volte l’eccessiva magrezza.
Si sottovaluta che specie nella società odierna il confine tra ridicolizzare la forma di una persona e ridicolizzarla nella sua interezza, con tutte le sue scelte di vita, è molto labile. O forse, quel che è peggio, non lo si sottovaluta, ma lo si fa lo stesso.
Il body shaming è il giudicare le forme del corpo altrui, fornendo accezioni o allusioni negative. Seppur questo genere di bullismo abbia avuto massima diffusione nel mondo digitale, si tratta di fatto di un comportamento che assume diverse forme, non solo nel mondo della rete. Inoltre è un comportamento che è sempre esistito, per veicolare lo status quo di un gruppo e un determinato ideale di bellezza.
Il fatto di sentirsi dire di essere inadeguati è un problema che colpisce tantissimi. Anche le persone in forma possono esserne colpite, perché si tratta di una forma di giudizio derivante dal fatto che il proprio corpo è inadeguato nell’ambiente in cui ci si trova. Chi è un frequentatore delle palestre o è un addetto ai lavori sa di cosa parlo, vero? Pressioni perché si è magri, perché gli addominali non sono in vista e la lista potrebbe continuare (e questi esempi sono quelli più gentili e in apparenza innocenti).
Purtroppo nel mondo del fitness questo comportamento viene usato dagli stessi addetti ai lavori (cosa ancora più agghiacciante): in quel caso sappiamo a chi NON rivolgersi. Alcuni commenti del web li riporto qui sotto, ma sono commenti che di fatto si perpetuano anche nel mondo reale, mascherandoli come scherzi, che di fatto sono dei veri e propri tentativi di sottolineare l’inadeguatezza dell’altro e forme più o meno leggere di violenza psicologica mascherate, a detta di chi le dice, da libertà di pensiero:
ciccione
secco
ma ti alleni o fai finta?
ma non ti vergogni a vestirti così se non puoi permettertelo?
Tutte frasi che alcuni difendono con ragionamenti del tipo: “almeno si motiva la persona a cambiare”, oppure “sono solo sincero/a”.
E se queste frasi sono proferite da addetti ai lavori, sapete in quali centri fitness o a quali professionisti dovete stare alla larga.
Il body shaming assume diverse sfaccettature che possono avere effetti molto seri sulla psicologia della persona a cui sono rivolti. Capita sovente anche in palestra di sentire personal trainer adottare frasi che non si addicono ad un professionista, oltre ad essere maleducati.
Allenati che è meglio! (Commento rivolto ad un cliente di un personal)
Il body shaming e la cultura ad esso legato possono generare o acutizzare disturbi più o meno seri, che in alcuni casi non vengono nemmeno percepiti come tali. Basti pensare a coloro che per uniformarsi ad un ambiente manifestano comportamenti tipici dell’ortoressia, cioé della necessità di mangiare alimenti “salutari” in maniera ossessiva, perché attraverso questo controllo si attua un’influenza sul proprio corpo e sulla propria forma fisica e mentale. Esistono poi estensioni di questi comportamenti, come il conteggio ossessivo delle calorie che può ricollegarsi alla volontà di avere un fisico per essere accettati, ricercando un’idea di bellezza estetica che sia conforme all’ambiente in cui siamo immersi o alle aspettative che possiedono le persone che ci conoscono (in quest’utimo caso rivaluterei chi frequento).
Se una persona ha problemi di salute che si ripercuotono sul proprio corpo e la propria estetica, quale sarebbe l’utilità dei commenti citati in questo articolo (come “sei troppo magra/o o sei grassa/o”)?
Nessuno.
Di fatto se vogliono innescare un cambiamento, mi spiace deludere chi li usa con così tanta leggerezza, ma non lo faranno. Anzi, potrebbero portare ad altri problemi, compresi disturbi psicologici sul senso di inadeguatezza. Questioni che evidentemente non interessano a chi ha fatto della sua personalissima idea di “libertà di opinione” un motivo per poter deridere o sottolineare una situazione che non conosciamo e con cui dovremmo andare con i piedi di piombo nella nostra facilità di giudizio.
E per tutte le star dello spettacolo che mostrano corpi perfetti facendo dell’autocritica su alcuni loro difetti inesistenti, invito ad avere ancora più attenzione, in quanto seguite da milioni di seguaci che potrebbero emulare determinati comportamenti o generare pensieri autodistruttivi. Se una persona già perfetta fisicamente si definisce imperfetta che tipo di esempio da a tutti coloro che lottano davvero tutti i giorni con la volontà di controllare il peso, la propria estetica e si sentono costantemente coinvolti in un mondo di frasi che sottolineano la loro inadeguatezza per uno status quo poco sano e spesso irraggiungibile?
Una riflessione, a questo proposito, sulle persone da altri definite “in forma perfetta”.
Le pressioni su quale “ideale estetico” sia accettato e visto come corretto, sono terreno fertile per i disturbi del comportamento alimentare.
In molte palestre tali pressioni, alimentate anche dagli e tra gli addetti ai lavori, rischiano di non aiutare realmente chi desidera allenarsi.
Ti vedo dimagrito/a!
Anche frasi di questo tipo possono rinforzare alcuni disturbi che non conosciamo di quella persona. Magari possiamo trovarci di fronte ad un disturbo del comportamento alimentare e con le nostre frasi potremmo rinforzarlo senza volerlo e incentivare comportamenti che sono lesivi per la salute (e questo capita anche a persone in forma e muscolose, nel caso ve lo chiedeste).
Quando vediamo un corpo che consideriamo in forma e tonico, non possiamo sapere se il risultato di quel corpo è dato da una pressione psicologica, una forma di disturbo del comportamento alimentare o altro ancora. Alcune frasi di rinforzo o altre frasi che possono ledere la psiche di chi riceve certi commenti andrebbero pesate e questo necessita anche di preparazione da parte degli addetti ai lavori (a volte complici di frasi spiacevoli e tutt’altro che professionali).
Di fatto alcune frasi sono invadenti e non richieste, specie senza conoscere il passato o la storia di chi stiamo commentando con tanta disinvoltura (e noi ci aggiungiamo alla disinvoltura un bel pizzico di maleducazione): anche quando si tratta di commenti positivi.
Le domande che occorre farsi, prima di commentare in qualsiasi modo la forma fisica altrui, sono le seguenti: quanto conosco la persona a cui mi rivolgo? Cosa so del percorso che ha fatto e di quale sia il suo grado di serenità a riguardo? Tutto quello che viene enunciato anche in caso di risposte vacue alle domande precedenti, è fuoriluogo. Si tratta di frasi che si proferiscono come se la libertà di espressione possa essere motivo per ledere gli altri gratuitamente.
Quanti di noi si sono messi a dieta per via di una sensazione di inadeguatezza?
Il body shaming può toccare e influenzare ciò che mangiamo, più di quanto possiamo immaginare. Persone ridicolizzate da giovani che vivono la loro vita da adulti con un controllo maniacale di ciò che mangiano per rimanere nella taglia che si sono prefissati essere “adeguata” per loro. In molti casi si rincorre un’ideale di bellezza, in alcuni casi irraggiungibile, per essere accettati e voluti in un gruppo e aumentando ancora di più la frustrazione per il risultato difficile da raggiungere. In casi estremi questo porta a comportamenti assolutamente lesivi, come l’utilizzo di farmaci e dopanti da parte di chi li usa solo per quelle due settimane di spiaggia all’anno.
La dieta e il body shaming sono tra loro connessi, in un sottile intreccio che in alcuni casi necessita di un approccio multidisciplinare.
In molti casi la dieta seguita è la punta di un iceberg che potrebbe includere frustrazioni, pressioni psicologiche, tentativi di gestire l’ansia attraverso il controllo/non controllo del proprio peso.
Siamo ancora lontani dal riuscire a modificare alcuni linguaggi, ma parlarne e identificare un problema che colpisce moltissime persone è il primo passo per poter portare ad un cambiamento culturale.
REFERENZE IMMAGINI (coyright free):
Photo by Joe deSousa on Unsplash