Cosa avete chiesto a Babbo Natale quest’anno?
Si, lo so, Babbo Natale non esiste (ci ho pianto anni quando l’ho scoperto) ma ognuno di noi un super regalo se lo dovrebbe sempre fare. E no, non servono soldi: non devo vendervi nulla.
Vorrei invece parlarvi di quello che metterei nella mia letterina quest’anno (e magari l’ho fatta davvero, ma non lo ammetterò mai).
Chiederei una bella dose di coraggio.
IL CORAGGIO è quella dote che spinge alcune persone a viaggiare controcorrente per realizzare i propri progetti mentre il sogno di un finto posto fisso (sottopagato, ovviamente) viene inculcato da una generazione di genitori che ci hanno vissuto, creduto e cresciuto i propri figli. Che poi saremmo noi: abbiamo studiato, faticato e investito sulla nostra formazione perché quella era la via per un futuro non mediocre. E ora?
Chiederei un po’ di CRITICA COSTRUTTIVA.
Nella mia letterina (che non ho scritto) ho chiesto di portare come dono a chi ha sempre la critica pronta di calare dal camino un po’ di buon senso, facendo tacere la critica distruttiva in chi la utilizza come unica arma possibile poiché, da sé, non ha saputo costruire nulla.
A tutte queste persone che passano il loro tempo a guardare con invidia il successo degli altri, ritenendolo a priori il prodotto di raccomandazioni e scorciatoie, auguro di passare una giornata di tregua e priva di pregiudizi, fatta di progetti anziché di rassegnazione.
Se alcune persone ce la fanno è perché forse ci hanno creduto più di altri (che intanto erano impegnati a fare gli haters sui profili altrui); forse hanno semplicemente dato prova di doti superiori, e criticarle non le renderà meno meritevoli o meno efficaci.
Un Buon Natale a tutti coloro che hanno sempre uno spirito critico motivato dal buon senso, e non solamente dal disfattismo, e a tutti quelli che vanno avanti nonostante la negatività che li circonda.
Voi: coloro che ce la mettono tutta, nelle loro attività e nella loro vita, e per cui nutro profondo rispetto e ammirazione.
Chiedete una buona dose di coraggio.
Il coraggio per fare ciò che facciamo ogni giorno, al di là di ogni critica e lode ricevuta. Di costruire la propria strada e di dire “no” con umiltà quando non ci compete un certo ramo, di credere nelle nostre capacità e di capirne i limiti.
Essere un professionista significa guardare con criticità la propria cultura, mettere in discussione ciò che si conosce e avere il buon senso di continuare ad imparare senza rifugiarsi dietro ai titoli di studio o all’albo professionale di appartenenza. Significa rinunciare ad alcuni clienti se non se ne hanno le competenze e comprendere che l’unione con altri professionisti è indispensabile oltre che remunerativa.
A questi professionisti, che continuano a rinnovarsi e ad innovarsi senza arrendersi e senza lasciarsi andare al torpore che il successo tende a dare, auguro una strada priva di scorciatoie.
Sembrerà un augurio strano, ma io vi auguro di arrivare in vetta sapendo che vi siete guadagnati ogni passo della salita.
Che non avete scelto la strada più facile e più corta, la stessa scorciatoia truffaldina di cui vi accuserà comunque chi non è arrivato in cima. Qui mi rivolgo a tutti quelli che vedono successo facile e raccomandazioni ovunque, che sviliscono i percorsi accademici e che per primi cercano di tagliare il sentiero: a voi dico che quando non c’è una scorciatoia c’è chi si ferma a piangersi addosso e chi si arrampica per la via più impervia.
Chi ha paura dell’altezza non sminuisca chi ha imparato a scalare.
Diventiamo veri professionisti e cerchiamo di dare il merito in un paese che ha bisogno di coraggiosi, e non di impostori.
Questo sì, sarebbe un Buon Natale.