Personal trainer e mercato del lavoro: un mercato al rialzo o al ribasso?
Il personal trainer è una professione ambita da molte persone, soprattutto ragazzi giovani che desiderano occuparsi di benessere e attività fisica. La maggior parte degli aspiranti personal trainer devono conoscere alcuni aspetti della libera professione per vendere al meglio il loro servizio.
Il personal trainer è un libero professionista e come tale deve essere in possesso di una partita IVA. Questo implica necessariamente una serie di considerazioni che sono cruciali per comprendere a quanto vendere il proprio servizio.
Ci sono molti personal trainer che vendono il loro servizio a 20-30 Euro l’ora, senza avere la più pallida idea di quanto andranno a pagare di tasse a fine anno, quali siano le spese per il commercialista e il tempo e i soldi necessari per continuare a formarsi.
In molti contesti il personal trainer vende il proprio servizio a tariffe che sono al di sotto delle cifre appena esposte, con il risultato che si è impossibilitati a rientrare delle spese.
Oggi esistono diversi servizi che possono portare molti utenti ad acquistare un servizio a prezzi competitivi: gli small groups ne sono un esempio. Le persone possono decidere di pagare un’ora di lezione con un trainer, ma si dividono in 3-4 la spesa che il personal trainer richiede.
Si parla così di una spesa di 15-20 Euro a testa per aggiudicarsi una lezione privata per circa un’ora.
Iniziate perciò a pensare di introdurre gli small groups nelle vostre offerte e proposte, specie in ambiti dove i clienti non hanno la possibilità economica di sostenere i vostri servizi.
Quanto dovrebbe richiedere un personal trainer per un’ora di lezione? Mediamente si comincia da 40-50 Euro l’ora e in base al curriculum e all’esperienza si possono toccare e superare i 100 Euro l’ora.
La tariffa dipende essenzialmente da tre diversi fattori:
Tariffe al di sotto di un certo standard sono tipiche di professionisti alle prime armi, oppure di coloro che preferiscono puntare sulla quantità.
Ho sempre pensato che la qualità fosse sicuramente meglio della quantità. Per diverse ragioni:
Inevitabilmente chi afferma di svolgere 12 ore al giorno di lavoro ha diversi problemi, primo tra tutti il rischio di abbassare il livello di attenzione per un servizio privato.
Significa meno cura al cliente per un overload di lavoro.
E poi ci sono coloro che con la scusa di farsi conoscere, richiedono tariffe di pochi euro l’ora. Questi futuri liberi professionisti dovrebbero indagare su quali saranno le conseguenze di un futuro aumento di prezzo.
Il risultato? Si ritroveranno a partire perdendo l’utenza precedente e rinnovando il parco clienti, con un periodo più o meno lungo di “magra”.
Come è giusto sottolineare, il tariffario si decide prima di aprire una partita IVA e trovarsi nel panico per l’impossibilità di pagare le spese (studio, collaboratori, macchinari, spostamenti, aggiornamenti).
Quindi mi verrebbe da dire che il tariffario si decide “a monte”, per evitare frustrazioni future.
Il nostro mestiere è sempre più gettonato e molte persone richiedono un’ora al mese, piuttosto rinunciando a qualcos’altro, per comprare un servizio improntato sulla prevenzione.
In un mondo si rendono visibili i danni della sedentarietà, le opportunità della nostra professione sono sempre più palesi.
Ma non dimentichiamo che il nostro è un servizio secondario e non percepito come bene primario. Ne consegue che le tariffe del personal trainer non possono essere low cost, per le ragioni esposte poco fa.
Per quanto si auspichi ad un riconoscimento normativo delle scienze motorie, il personal trainer è un bene di lusso e resterà tale. Questo non è un limite, ma una grande opportunità per l’intera categoria.
Si tratta di conoscere il mercato e muoversi con entusiasmo in una delle professione più belle: prendersi cura della salute delle persone.