Se stai facendo l’impossibile, o credi sia così, e ti chiedi continuamente “perché non dimagrisco?”, forse qui troverai una risposta.
Se stai cercando un rimedio facile per dimagrire, questo articolo non fa te. Se invece vuoi comprendere le ragioni che stanno alla base del perché hai sempre fallito ogni qualvolta affrontavi una dieta, continua a leggere.
Sono proprio gli spuntini e le piccole concessioni che possono essere la causa del fallimento.
La ragione è che forse non l’hai seguita così tanto alla lettera. Se almeno una volta al giorno ti sei lasciato/a andare a spuntini non previsti “innocenti” quali un pacchetto di crackers, devi sapere che ogni singolo pacchetto ha circa 115-130 kcal.
Moltiplichiamo il pacchetto di crackers per i cinque giorni settimanali lavorativi e già qui notiamo che ogni settimana assumevi circa 575-650 kcal in più rispetto al piano concordato.
Poi non possiamo farci mancare un bicchiere di vino un paio di volte la settimana. Ogni singolo bicchiere (125 ml) a circa il 14% di gradazione alcolica sono altre 98 kcal circa. SE moltiplicassimo per i due bicchieri otterremmo circa 200 kcal aggiuntive.
Sono però sicuro che il bicchiere di vino non fa riferimento ai 125 ml, ma forse a quasi il doppio. Chi davvero considera 125 ml come un bicchiere di vino? Nessuno. Quindi dovremmo moltiplicare per due il calcolo appena eseguito e otterremmo 400 kcal e non 200!
Calcoliamo che una dieta fortemente ipocalorica giornaliera si aggira intorno alle 1000-1200 kcal. Possiamo dire di aver aggiunto un giorno aggiuntivo di alimenti.
Ma proseguiamo.
Se pensate di non aver commesso alcunché di quanto appena menzionato, ma vi siete lasciati tentare da qualche piccolo snack dolce due-tre volte in totale dobbiamo stimare che un piccolo snack (di quelli più famosi in commercio) porta con sé circa 150 kcal ciascuno. Tre merendine dolci sono 450 kcal circa in più a settimana.
Si è vero, sto un po’ esagerando con tutti questi calcoli.
Il problema è che troppo spesso non abbiamo la percezione di quanto influiscano le “cosine” assunte fuori pasto, con l’idea che tanto non faranno chissà quale differenza. Invece la differenza la fanno eccome!
Piuttosto teniamo a mente che se ci concediamo qualcosina in più per gratificarci dovremmo poi eseguire un po’ di attività fisica aggiuntiva. Diciamo 25 minuti aggiuntivi indicativi per ogni merendina assunta fuori pasto.
In alcuni casi i 25 minuti potrebbero addirittura non bastare per colmare il divario tra ciò che abbiamo assunto e l’energia spesa.
Le persone sono sempre state abituate durante la vita a rispondere agli stimoli esterni immediatamente.
Ho un po’ di appetito? Allora mangio qualcosa.
Ho fame? Allora cucino e mangio.
Se abbiamo fame, aspettiamo un’oretta prima di mangiare invece di correre alla ricerca di cibo.
No. La corretta igiene alimentare vuole che ci si alzi da tavola con un po’ del proprio stomaco ancora libero. La sensazione di pesantezza non è una pratica salutare nel lungo periodo e conviene non arrivare completamente sazi.
Questa semplice abitudine porta il corpo ad utilizzare un po’ delle proprie scorte e questo si rifletterà anche sulla nostra estetica.
L’idea del bulking e il mangiare oltre il proprio limite lasciamolo a chi ambisce ad essere un culturista. Se vogliamo rimanere in salute mangiamo il giusto, né troppo né troppo poco.
Allora affrontiamo un altro problema e spostiamoci da “cosa mangiamo” a “cosa facciamo”. Il secondo assioma si riferisce a quanta attività fisica siamo soliti svolgere durante la nostra vita.
Mi rendo conto che i frequentatori delle palestra si considerano già degli sportivi di alto livello con appena 3 ore di attività fisica settimanale. In verità le famose tre ore dovrebbero essere il minimo sindacale per definirsi persone attive. Notare bene che ho usato la terminologia di persona attiva e non persona sportiva.
Capisco che la domenica si voglia riposare pertanto arrotondiamo per difetto. Diciamo almeno 300 minuti di attività fisica settimanale per essere delle persone “sportive”.
Le tre ore settimanali sono il considerate il minimo sindacale. Nel caso non svolgessi questo volume di lavoro, il consiglio è di aumentare il dispendio energetico settimanale e continuare con la stessa dieta intrapresa nel tempo.
Devo ammettere che credo poco a chi afferma quest’ultima frase, perché forse non ha la percezione di cosa si sta concedendo e quanto questo influisca. Oppure è un sedentario che si aspetta di ottenere un fisico scultoreo escludendo solo qualche alimento dalla propria dieta.
Ammettiamo però che sia tutto vero e che qualcuno dei lettori sia un soggetto super-sportivo e segua una dieta bilanciata dal corretto apporto calorico.
Un’arma a nostra disposizione è farci prescrivere delle analisi del sangue maggiormente accurate che vadano a rilevare anche i valori ormonali circolanti e nel caso fosse tutto in ordine, diamo un ultimo taglio calorico per vedere se la situazione si smuove.
Anche in quest’ultimo caso è possibile dare un taglio calorico, ma deve essere sensato e non estremizzato. In altre parole la dieta deve rimanere bilanciata.
A volte ci si allena tanto, ma nel modo sbagliato. Proprio per questo sarebbe buona pratica fissare una consulenza da un esperto del settore.
In alcuni casi è importante escludere eventuali disturbi del comportamento alimentare. Sempre più frequentemente alcune persone affermano di essere grasse, senza comprendere che non potranno scendere oltre un certo peso, per ragioni di salute.
Altre ancora, pur non mostrando segni di DCA, potrebbero voler perdere ancora qualche chilo nella convinzione che la perdita di peso si associ ad una riduzione della cellulite. Purtroppo queste persone devono sapere che la cellulite non è solo una questione di peso corporeo e potrebbero rimanere estremamente deluse dal non vedere miglioramenti tangibili in tal senso.
Altri “trucchi” per sapere come dimagrire velocemente? Segui il portale Corebo e il suo blog e rimani sempre aggiornato su Sport, Fitness e Alimentazione.
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